I reumatismi articolari rappresentano un disturbo piuttosto comune, che colpisce un’ampia percentuale di persone soprattutto sopra una certa età.
L’eziologia dei reumatismi articolari non è nota, tuttavia possono essere il risultato di malattie reumatiche, di tipo infiammatorio e, nella maggior parte dei casi, croniche e degenerative. Spesso, inoltre, sono di natura autoimmune. Il sistema immunitario cioè in presenza di stimoli non ancora identificati attaccherebbe i suoi stessi tessuti. In particolare, sono interessate strutture muscolo scheletrico come tessuti connettivi, articolazioni, muscoli, ossa, tendini e legamenti.
Tuttavia, vengono considerate delle malattie sistemiche in quanto possono avere effetti anche su altri tessuti e, nei casi più seri, possono interessare anche organi interni.
I reumatismi articolari sono dei disturbi che colpiscono le articolazioni e che, nella maggior parte dei casi, si presentano con dolore, che tende a cronicizzare, e con degenerazione delle strutture connettive. Di conseguenza, non è raro che, soprattutto nelle fasi più avanzate nella malattia, si registri irrigidimento delle articolazioni e conseguente difficoltà ad articolare i movimenti.
In molti casi, i dolori reumatici hanno un andamento altalenante: a fasi acute possono alternarsi fasi di remissione. Di questo fenomeno, nella maggior parte dei casi, non è facile individuare una spiegazione.
Secondo la Società Italiana di Reumatologia (SIR) in Italia sono circa 5 milioni le persone affette da queste patologie. Se senza dubbio la fascia più colpita è quella degli anziani, esiste una percentuale non indifferente anche di persone più giovani interessate da queste malattie. Secondo il rapporto dell’American College of Rheumatology [1] pubblicato nel 2013, infatti, negli Stati Uniti sarebbero ben 300 mila i bambini colpiti da queste patologie.
Ci sarebbe, inoltre, una importante prevalenza di individui di sesso femminile interessati da reumatismi articolari. Sempre secondo lo studio americano, le persone di sesso femminile colpite da reuma sarebbero 1 su 12, contro 1 su 20 tra gli uomini.
Le conseguenze di queste malattie, che vengono stimate come oltre 100 di tipo diverso, non riguardano solo il dolore, ma hanno un impatto particolarmente importante sulla vita delle persone proprio a causa della disabilità che possono provocare. Ciò incide sulla qualità della vita, sul benessere familiare e sulla società nella sua interezza.
I reumatismi articolari sono generati da un numero molto elevato di malattie reumatico. La Società Italiana di Reumatologia li recentemente presentato una classificazione [2] delle malattie reumatiche:
Questo gruppo di malattie è a sua volta suddiviso in tre grandi gruppi. Le artriti primarie, la polimialgia reumatica e la sindrome RS3PE. Tra le artriti primarie vi sono le patologie più comuni, come l’artrite reumatoide e le spondiloentesoartriti.
Si tratta di malattie autoimmuni sistemiche che non colpiscono solo le articolazioni ma che hanno come caratteristica principale l’infiammazione di alcuni organi e dei tessuti ad essi connessi. Tra questi vi sono il Lupus erimatoso e la Sclerosi sistemica.
Sono un gruppo di patologie di tipo infiammatorio che si caratterizzano per presenza di meccanismi patogenetici, come batteri, virus o funghi. Proprio per questo si presentano con caratteristiche cliniche e terapeutiche uniche.
Sono malattie reumatiche provocate dal deposito di microcristalli nelle articolazioni per eccesso di acido urico, come per esempio la gotta.
È un processo degradativo delle articolazioni diartrodiali o sinoviali, ovvero quelle che riguardano le superfici ossee. Si può presentare in forma primaria, in genere idiopatica, oppure in forma secondaria quando è, a sua volta, il risultato di un’altra patologia.
In questa categoria sono incluse una serie di patologie che si caratterizzano per il fatto di colpire le strutture connettivi. Sono incluse borsiti, periartriti, tendiniti, tenosinoviti, fasciti, fibromialgia.
Comprendono neuropatie da compressione e sindromi neuroalgodistrofiche.
sono otto patologie specifiche che riguardano la degenerazione dell’osso. Tra queste sono incluse osteoporosi, osteomalacie, displasie ossee, etc.
Si tratta di patologie legate a disordini provocati dalla mutazione dei geni. Fa parte di questo gruppo l’osteogenesi imperfetta.
Si tratta di neoplasie e sindromi che interessano le strutture articolari e tendinee.
Questa categoria include una serie di patologie reumatiche come la sarcoidosi, la amiloidosi, disturbi endocrinologi, diabete etc.
con possibili manifestazioni reumatologiche.
Sotto il termine reumatismi articolari sono incluse patologie di tipo infiammatorio e malattie di tipo autoimmune.
Si parla di patologie sistemiche in quando la malattia non ha attacca solo le articolazioni, i muscoli e le ossa del paziente, ma anche gli organi interni.
Gli organi che possono essere interessati da reumatismi articolari sono:
La sintomatologia dei reumatismi articolari è molto ampia e si differenzia a seconda del tipo di patologia da cui sono generati. Nella maggior parte dei casi, si evidenziano dolori articolari e infiammazione, causati dalla degenerazione delle strutture connettive, e disabilità, provocata dalle deformazioni articolari.
Le patologie più frequenti sono:
È una patologia che colpisce i tessuti molli delle articolazioni, in particolare la cartilagine. L’assottigliamento della cartilagine può provocare attrito e dolore nel momento in cui le ossa si trovano a contatto tra di loro. Nei punti colpiti da osteoartrosi si possono generare formazioni ossee compensative che vengono chiamate osteofiti. Nelle mani sono noti i nodi di Heberden e Bouchard.
Si tratta di una patologia cronica autoimmune durante la quale il sistema immunitario attacca i tessuti connettivi, i muscoli, le ossa e gli organi. Può interessare diverse articolazioni e, in genere, attacca prima le piccole articolazioni per poi estendersi a quelle di dimensioni superiori. Le prime articolazioni colpite sono, dunque, dita, mani, polso e piedi, mentre in seguito possono essere interessati anche ginocchio, gomito, spalla, caviglia. Negli stadi più avanzati può provocare dolore intenso e deformità ed essere particolarmente invalidante.
Si tratta di una malattia cronica sistemica e rappresenta una tipica forma di artrite infiammatoria. Interessa principalmente la colonna vertebrale provocando rigidità scheletrica e deformazione. Una diagnosi e un trattamento precoce sono indispensabili per evitare una degenerazione con conseguenti difficoltà sull’articolazione dei movimenti del busto.
È un processo infiammatorio degenerativo che interessa le articolazioni, in particolare nella loro struttura fibrosa. L’articolazione più colpita è senza dubbio la spalla e, infatti, rappresenta uno dei motivi più frequenti di dolore alla spalla .
In questo caso il dolore è provocato dal deposito di calcio attorno al tendine della spalla.
È una patologia provocata da disordini metabolici a causa dei quali si origina un deposito di cristalli di acido urico nelle articolazioni. Tali cristalli provocano infiammazione, gonfiore, tumefazione e dolore. Interessa, in particolare, le estremità, come piede e mani.
Poiché i reumatismi articolari sono causati da patologie diverse, anche i trattamenti possono essere diversi.
Per una diagnosi corretta e per l’indicazione della terapia corrispondente, è sempre consigliabile fare riferimento al medico, in modo che possa valutare eventuali accertamenti diagnostici.
Nella maggior parte dei casi, i reumatismi articolari fanno riferimento a patologie che non hanno una cura definitiva ma i cui effetti possono essere contenuti dalle opportune terapie. La diagnosi precoce può essere molto importante per evitare che la malattia proceda eccessivamente.
Per ridurre il dolore e l’infiammazione, è consigliato l’uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) ad azione locale. I risultati degli approfondimenti diagnostici indicheranno eventuali terapie specifiche.
Si ricorda che le informazioni riportate sono a solo titolo consultativo e non si sostituiscono ad una diagnosi medica. In caso di sintomi consultare sempre il proprio medico o uno specialista.
[1] http://simpletasks.org/wp-content/uploads/2013/10/Whitepaper-Rheumatic-Diseases-in-America.pdf
[2] https://www.reumatologia.it/obj/files/AttiCongressi/REUMA_SUPPL_2_2019_ita_LOWRES.pdf
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