CERVICALGIA

CERVICALGIA

La cervicalgia è un disturbo molto frequente che colpisce numerosissime persone in tutto il mondo e, in particolare, in Occidente. Nella maggior parte dei casi, il dolore è generato da un’infiammazione cervicale, localizzata nella parte superiore della colonna vertebrale, tra la base del collo e la testa.
Di solito, infatti, il dolore parte dell’area compresa tra le scapole e si irradia nel capo, spesso manifestandosi come mal di testa.

 

Sembrerebbe interessare maggiormente le donne, soprattutto a partire dalla mezza età e si calcola che colpisca almeno una volta nella vita più di una persona su tre.

Si presenta con un dolore molto intenso che si irradia nel collo, verso le braccia e nelle spalle, provocando rigidità muscolare. Talvolta, possono presentarsi anche altri disturbi come mal di testa, vertigini e nausea.

Sebbene non sia una patologia grave e spesso si risolva entro pochi giorni dalla sua comparsa, è piuttosto invalidante e fastidiosa.

1. Vertebre cervicali e i tipi di cervicalgia

Le vertebre cervicali: quali sono

Le vertebre cervicali costituiscono la parte più mobile della colonna vertebrale, in quanto garantiscono i movimenti del collo e della testa.

Non solo hanno la funzione di sostenere la testa, ma proteggono le strutture interne alla colonna vertebrale, come il midollo spinale e l’arteria spinale, che servono a trasmettere gli impulsi al cervello e che garantiscono la mobilità degli arti. Lesioni in questa parte della colonna vertebrale possono provocare la paralisi degli arti: è, dunque, una parte particolarmente importante e delicata.

Qui si trovano 7 vertebre (da C1 a C7) e formano il cosiddetto rachide cervicale, che viene a sua volta suddiviso tra rachide superiore (C1 e C2) e rachide inferiore (da C3 a C7).

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I tipi di cervicalgia

Spesso viene identificato con la cervicalgia ogni tipo di dolore al collo. Tuttavia, va considerato che non tutti i dolori sono provocati dall’infiammazione alla cervicale.   
A seconda dei sintomi e della loro durata, le cervicalgie si possono dividere tra cervicalgia cronica e cervicalgia acuta.

Cervicalgia cronica

Si parla di cervicalgia cronica quando questa si presenta per più di tre mesi. Di solito, in questi casi l’eziologia è di tipo traumatica, come conseguenza di un colpo di frusta, o degenerativa, in presenta di malattie come l’artrosi cervicale o la spondilite. Talvolta può essere generata da malformazioni congenite o da ernie del disco.

Cervicalgia acuta

La cervicalgia acuta, invece, è dolorosa ma si riduce spontaneamente nel giro di qualche giorno. L’eziologia non è sempre chiara, ma può essere riferita più facilmente a errori posturali, stress, ansia o sedentarietà.

2. La cervicalgia: perché si manifesta

La cervicalgia può essere legata a diversi fattori: alla sua base possono esserci stili di vita scorretti, come stress, ansia, sedentarietà e posture errate, oppure possono esserci traumi della vita normale, come il colpo di frusta negli incidenti stradali, o, ancora, infortuni sportivi.

Sebbene la cervicalgia nella maggior parte dei casi si risolva spontaneamente in tempi piuttosto brevi, in alcuni casi può essere particolarmente fastidiosa e condizionare le scelte di vita.

Pertanto, conoscerne le cause e mettere in atto delle strategie per ridurne l’impatto sulla vita quotidiana può essere fondamentale per migliorare il benessere e la qualità della vita.

• Cause legate alla postura

Una scorretta postura può influire sulla tensione muscolare, influenzando l’attività muscolare dell’area interessata.

  • In alcuni casi le posture possono derivare da vere e proprie disfunzioni posturali come iperlordosi dorsale, iperlordosi lombare e scoliosi, che comportano l’eccessivo inarcamento della colonna vertebrale, con un conseguente squilibrio a livello muscolare e articolare.
  • L’assunzione di posture scorrette, soprattutto se prolungate, quando si svolgono attività lavorative che richiedono posizioni statiche, possono influire negativamente sulla struttura muscoloscheletrica, provocando alterazioni e generando infiammazioni all’area cervicale.  

• Infortuni e incidenti che possono causare la cervicalgia

Tra le cause della cervicalgia si annoverano anche delle cause accidentali, che possono essere generate durante eventi traumatici sia nella vita di tutti i giorni sia durante l’attività sportiva.

I colpi di frusta sono una delle conseguenze più frequenti degli incidenti stradali, soprattutto in seguito a un tamponamento. Spesso possono lasciare dolore anche a lunga scadenza, anche a seconda della violenza con cui si realizza il trauma. Sebbene nel classico colpo di frusta si verifichi un semplice stiramento dei muscoli, è possibile che il trauma, anche una volta riassorbito, provochi un dolore cronico. 

• Altre cause della cervicalgia

L’instaurarsi di un dolore persistente a livello cervicale può avere anche altre cause, sebbene non sempre siano facilmente identificabili:

  • ernie cervicali sono provocate dalla fuoriuscita del nucleo polposo di un disco vertebrale a livello di vertebre cervicali. Di solito può essere a sua volta la conseguenza di un colpo di frusta o di un infortunio sportivo;
  • le patologie degenerative come artrosi e la spondilosi possono a loro volta generare ernie cervicali o, comunque, un indebolimento della struttura ossea, favorendo l’insorgenza del dolore.
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3. Cervicalgia: sintomi

I sintomi della cervicalgia possono essere diversi a seconda della causa che l’ha generata, ma anche del soggetto e dell’area specifica colpita.

• Cervicalgia vera e propria:

è un dolore situato nella parte centrale dell’area cervicale e si estende alla nuca, al collo, all’area compresa tra le scapole. La sua origine è legata alla tensione muscolare che si può verificare sia per posture scorrette sia per un forte stress oppure in seguito a un trauma. In questi casi, si presenta una forte infiammazione muscolare, oppure possono verificarsi contratture o trigger points attivi.

• Cervico – Brachialgia:

si tratta di un dolore che colpisce anche la parte cervico-scapolare e si estende agli arti superiori fino a interessare le estremità. Nella maggior parte dei casi, ciò avviene in un solo arto, che è quello corrispondente al lato infiammato. In questi casi, di solito, si può osservare anche una corrispondente debolezza dell’arto, con difficoltà nella presa, e a disturbi sensitivi di tipo nervoso, che vengono generalmente indicati con parestesie. Ciò comporta formicolio, intorpidimento dell’arto e cambiamento della temperatura dell’arto stesso. Quando si verificano disturbi di questo genere, di solito si è in presenza di una compressione dei nervi cervicali che possono essere originate da protrusioni discali o ernie.

• Sindrome cervico-cefalica:

questo disturbo si verifica nel momento in cui il dolore si propaga verso l’alto, nell’area inferiore della nuca. In questi casi, si accompagna a cefalea oppure a emicrania e comporta una serie di sintomi di tipo neurologico, come nausea, vertigini, disturbi del sonno, scotomi e acufeni. Talvolta i sintomi che accompagnato la sindrome cervico-cefalica possono presentarsi come particolarmente dolorosi e disturbanti, tanto da far passare in secondo piano il vero e proprio dolore cervicale.

4. I trattamenti per la cervicalgia

Sebbene non sempre uno stile di vita corretto sia sufficiente a ridurre le probabilità di soffrire di cervicalgia, la prevenzione può comunque aiutare. Seguire uno stile di vita corretto, fare sport, ridurre i motivi di stress e cercare di migliorare le posture può essere molto importante per chi soffre di cervicalgia acuta ricorrente.

Cosa fare quando insorge il dolore

Indipendentemente dall’entità del dolore, quando si avverte la tipica fitta che segnala lo strappo è opportuno smettere immediatamente l’attività sportiva o lavorativa. Anche se il dolore non così intenso e si riesce a proseguire, è reale il rischio di aggravare la situazione.

L’atteggiamento corretto è quello di fermarsi e, se lo strappo riguarda un arto, tenerlo in posizione sollevata con ghiaccio, in attesa che il medico indichi la terapia adeguata.

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Si ricorda che le informazioni riportate sono a solo titolo consultativo e non si sostituiscono ad una diagnosi medica. In caso di sintomi consultare sempre il proprio medico o uno specialista.

A quali esami sottoporsi per la diagnosi

Nella maggior parte dei casi, può essere diagnosticata tramite un esame obiettivo e anamnesi. Il medico, tuttavia, potrebbe prescrivere degli esami di approfondimento, soprattutto nel caso in cui si presenti in modo ricorrente, per indagarne le cause e per escludere la presenza di patologie alla colonna vertebrale.

Possono venire prescritte radiografie per valutare la presenza di deformazioni ossee, mentre la TAC o la risonanza magnetica possono diagnosticare ernie discali a livello cervicale.

Come affrontare la cervicalgia: le cure

La cervicalgia è un disturbo piuttosto invalidante che può peggiorare la qualità della vita delle persone e influire sulle loro scelte.
La cura per la cervicalgia acuta riguarda principalmente il trattamento del dolore e la prevenzione, mentre per la forma cronica possono essere necessari approfondimenti diagnostici e cure specifiche. 

Per alleviare il dolore, possono essere utili gli antinfiammatori non steroidei ad azione locale. Il loro utilizzo riduce l’infiammazione e attenua rapidamente il dolore.

La terapia deve essere seguita per almeno una settimana in modo che, non solo si riduca il dolore, ma ci sia il tempo di contrastare anche l’infiammazione.

Se la terapia non è sufficiente, è probabile che vi siano delle altre cause, che andranno esaminate con gli opportuni approfondimenti diagnostici.
In ogni caso gli esercizi di stretching e la fisioterapia possono essere utili a migliorare la postura e a ridurre le tensioni muscolari.

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Processo di invecchiamento, stati dolorosi ed infiammatori di natura reumatica possono avere una evoluzione dolorosa cronica e limitare la mobilità quotidiana.
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Dove senti dolore?

Il dolore localizzato muscolare o articolare, di natura reumatica o traumatica, compare spesso in modo improvviso e può impedire movimenti anche semplici.

Individuare correttamente dove senti dolore è importante per  riuscire a classificare il dolore, riconoscerlo, comprenderne le cause e poter  informare in modo più dettagliato il tuo medico curante.

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