L’epicondilite, o gomito del tennista, è una patologia molto frequente quando si svolgono determinati sport o attività fisica, anche lavorativa, che provoca la ripetizione di determinati movimenti.
Infatti, si presenta sotto forma di infiammazione al tendine ed è causata dallo sfregamento del tendine dell’avanbraccio sull’epicondilo, che è l’osso più sporgente del gomito.
È un disturbo che Interessa sia gli uomini che le donne e colpisce prevalentemente le persone tra i 30 e i 50 anni. Di solito si risolve spontaneamente, tuttavia in alcuni pazienti i sintomi sono più persistenti e i trattamenti si rivelano inefficaci.
L’epicondilo è una sporgenza ossea sulla quale si inseriscono i muscoli e i legamenti: il suo nome deriva dal greco. Epi- è infatti un prefisso greco che significa sopra, mentre condilo (kóndylos) significa prominenza.
In anatomia, i condili si trovano nelle articolazioni e sono delle prominenze ossee tondeggianti che si inseriscono nella cavità di un altro osso, formando l’articolazione. Esistono, per esempio, i condili femorali. Gli epicondili si trovano al di sopra dei condili e permettono ai tendini di mantenere la stabilità articolare.
L’epicondilite è un disturbo che si verifica nell’epicondilo del gomito. Essa si verifica a causa dell’infiammazione e della microlesione delle fibre del tendine o dei tendini dell’avambraccio, nel punto in cui si collegano all’epicondilo.
L’epicondilo del gomito si trova nella parte terminale dell’omero ed è una articolazione sottoposta a un notevole stress, soprattutto quando si ripetono frequentemente determinati movimenti.
Spesso ciò avviene in attività sportive che richiedono un movimento ripetuto, in particolare l’estensione delle dita delle mani e del polso oppure l’articolazione dell’avanbraccio.
Tuttavia, possono essere a rischio anche coloro che per l’attività lavorativa devono ripetere di frequente lo stesso movimento.
Esistono due tipi principali di epicondilite, che si differenziano a seconda dell’epicondilo che colpiscono. Nel gomito, infatti, si trovano sia l’epicondilo laterale sia l’epicondilo mediale. Il tratto distale dell’omero termina con due piccole sporgenze: quella più esterna è detta epicondilo laterale, mentre quella più interna corrisponde all’epicondilo mediale.
Detta anche gomito del tennista, è una patologia che interessa i tendini collegati alla parte esterna del gomito. Si verifica nella maggior parte dei casi, tanto che si calcola che 4 epicondiliti su 5 siano di questo genere. Colpisce sia uomini che donne in età compresa tra i 30 e i 50 anni e avrebbe un’incidenza compresa tra l’1% e il 3% della popolazione.
Detta anche gomito del golfista, interessa l’epicondilo situato nella parte più interna del gomito. Si tratta di un tipo di epicondilite più raro e si manifesta nel momento in cui la mano si flette verso il polso e dà come conseguenza dolore al polso e alla parte interna del braccio.
Nella maggior parte dei casi, l’eziologia dell’epicondilite non è del tutto nota. In genere le cause dell’epicondilite sono da riferirsi al tipo di attività che si pratica.
Di solito, si parla di sovraccarico funzionale e ciò avviene più facilmente quando si praticano sport che richiedono la ripetizione di uno stesso movimento. Non solo i tennisti, che sono gli sportivi più nominati in relazione a questo tipo di trauma, ma anche chi pratica golf, scherma o ping pong può essere interessato da questa patologia.
Anche attività collegate alla digitazione, come suonare il pianoforte o l’uso della tastiera del pc sembrano sollecitare il tendine in modo tale da provocare epicondilite.
Secondo alcuni studi recenti, gli sport che provocano l’epicondilite sarebbero prevalentemente quelli in cui si utilizza la racchetta.
Secondo gli studiosi [1] ci sarebbero alcuni comportamenti che, se combinati tra loro, renderebbero più probabile l’epicondilite:
[1] Bone Joint J2013; 95-B: 1158–64
Il gomito del tennista può presentarsi in entrambe le braccia, anche se nella maggior parte dei casi è una patologia che interessa il braccio dominante. In rari casi interessa anche il braccio controlaterale.
Il sintomo principale dell’epicondilite è rappresentato dal dolore, anche se possono presentarsi degli altri sintomi associati ad esso:
Molto spesso l’epicondilite si risolve spontaneamente, nel momento in cui l’infiammazione regredisce. Tuttavia, esistono casi in cui il dolore non tende a diminuire nemmeno a riposo. Inoltre, talvolta viene confusa con la tendinite.
Pertanto, è sempre opportuno rivolgersi al medico per una corretta diagnosi.
Nella quasi totalità dei casi la diagnosi può essere effettuata attraverso un esame obiettivo e tramite l’anamnesi.
In alcuni casi, tuttavia, il dolore al braccio potrebbe essere provocato da cause infettive o da artropatie infiammatorie.
Si ricorda che le informazioni riportate sono a solo titolo consultativo e non si sostituiscono ad una diagnosi medica. In caso di sintomi consultare sempre il proprio medico o uno specialista.
Le radiografie possono essere utili a escludere patologie ossee, mentre l’ecografia indica eventuali assottigliamenti o inspessimenti della struttura tendinea.
La risonanza magnetica, invece, può essere utile a individuare eventuali degenerazioni del tessuto tendineo o lesioni capsulari della superficie profonda.
I trattamenti per l’epicondilite hanno diversi obiettivi correlati tra di loro e, in particolare:
Oltre a terapie con antinfiammatori locali non steroidei per la riduzione del dolore, alcuni studi mostrano buoni risultati con l’utilizzo di esercizi di stretching e di rafforzamento muscolare.
Nei casi più gravi può rendersi indispensabile l’intervento chirurgico.
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