L’artrite reumatoide è una patologia cronica delle articolazioni di tipo autoimmune: ciò significa che il sistema immunitario attacca in maniera erronea i tessuti connettivi[1].
A differenza della osteoartrosi , che genera l’usura della cartilagine, l’artrite reumatoide colpisce il rivestimento delle articolazioni, provocando gonfiore e deformità.
Sebbene nel momento dell’insorgenza interessi prevalentemente la membrana sinoviale e, di conseguenza, attacchi le articolazioni, tuttavia ne sono colpiti anche diversi organi e apparati, come la pelle, i polmoni, gli occhi e i vasi sanguigni.
Si calcola, infatti, che circa il 40% delle persone che soffrono di artrite reumatoide abbiano sintomi e disturbi che non riguardano le articolazioni.
L’artrite reumatoide è una malattia sistemica che colpisce circa l’1% della popolazione. Le donne sono generalmente più colpite, con un rapporto 2-3 a 1. In genere, la fascia di età nella quale l’artrite reumatoide si presenta per la prima volta è quella compresa tra i 35 e i 50 anni[2].
Solitamente l’insorgenza è piuttosto lenta, tuttavia in circa il 10% dei casi fin dai primi sintomi si presenta in forma acuta.
L’artrite reumatoide colpisce indistintamente tutte le articolazioni, su entrambi i lati del corpo.
Generalmente l’insorgenza interessa, però, le piccole articolazioni.
Proprio perché spesso provoca la deformazione delle piccole articolazioni, viene anche detta artrite deformante.
In particolare, le prime ad essere colpite sono:
In seguito, le altre articolazioni che sono interessate in genere sono:
La diffusione a queste articolazioni di solito è tardiva, in quanto la malattia procede in modo centripeto, ovvero dalle zone periferiche verso il centro del corpo[3].
L’eziologia dell’artrite reumatoide non è nota. Molto probabilmente essa si manifesta per una serie di fattori concomitanti. È considerata una malattia autoimmune e probabilmente si attiva in soggetti predisposti geneticamente in seguito a un evento scatenante di tipo ambientale.
Si pensa che possano esserci fattori ambientali che ingannando il sistema immunitario lo portino ad attaccare alcune proteine umane, come il collagene articolare.
Si genera una infiammazione che porta all’ispessimento della sinovia[4], danneggiando la cartilagine e le strutture ossee all’interno dell’articolazione.
Allo stesso tempo, i tendini e i legamenti tendono ad indebolirsi e ad allungarsi finché l’articolazione subisce un’alterazione per quanto riguarda sia la forma sia l’allineamento.
Sebbene non sia possibile identificare le cause specifiche dell’insorgenza di questa patologia, si possono identificare dei fattori di rischio, che rendono più probabile l’artrite reumatoide.
L’artrite reumatoide è considerata una patologia autoimmune, che ha un decorso variabile e non facilmente prevedibile.
Anche la sintomatologia, di conseguenza, può variare a seconda dei soggetti, ma anche dei periodi di parziale remissione e di riacutizzazione.
I sintomi più comuni sono:
Le lesioni articolari provocate dall’artrite reumatoide si presentano con un andamento progressivo che viene suddiviso in tre fasi distinte:
Al di là della sintomatologia che interessa le articolazioni, possono essere presenti anche delle manifestazioni extra-articolari:
Attualmente non esiste una cura per l’artrite reumatoide. Pertanto, le terapie proposte hanno la funzione di ridurre il dolore e ostacolare le deformazioni articolari, oltre che contrastare i disturbi extra-articolari che si possono presentare.
Tuttavia, parrebbe che un trattamento precoce, soprattutto con farmaci antireumatici, possa rallentare l’avanzamento della malattia e agire nella remissione dei sintomi.
Si ricorda che le informazioni riportate sono a solo titolo consultativo e non si sostituiscono ad una diagnosi medica. In caso di sintomi consultare sempre il proprio medico o uno specialista.
La terapia non farmacologica non è sufficiente a ridurre dolore né a rallentare le deformazioni funzionali, tuttavia può essere applicata sotto forma di fisioterapia per mantenere le articolazioni il più flessibile possibile.
Il fisioterapista può indicare degli esercizi che aiutino a conservare la mobilità ma anche ad evitare movimenti che agiscono sulle articolazioni interessate dai disturbi e a proteggerle.
Anche le applicazioni di caldo-freddo possono essere utili a seconda delle condizioni in cui ci si trova.
Il caldo ha la funzione di alleviare il dolore oltre che di agire come miorilassante. Il freddo funziona da analgesico e riduce l’infiammazione e il gonfiore.
Le tecniche di rilassamento aiutano a ridurre lo stress e possono aiutare chi è affetto da questa patologia ad affrontare meglio le difficoltà della vita quotidiana.
La terapia farmacologica verrà indicata dal medico in base alla sintomatologia specifica e alla gravità della patologia.
In particolare:
L’insorgenza dell’artrite reumatoide talvolta è asintomatica, pertanto non sempre è facile da diagnosticare, soprattutto nelle fasi iniziali. Inoltre, spesso i sintomi possono essere confusi con quelli di altre patologie che colpiscono le articolazioni, come l’osteoartrite.
Recentemente sono stati definiti dei criteri classificativi che includono una serie di osservazioni cliniche e di risultati di esami diagnostici[5].
[1] https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/rheumatoid-arthritis/symptoms-causes/syc-20353648
[2] https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-del-tessuto-muscoloscheletrico-e-connettivo/patologie-articolari/artrite-reumatoide?query=artrite%20reumatoide
[3] Come gestire l’artrite reumatoide: sollievo e contenimento. Manuale pratico per Pazienti e Fisioterapisti, a cura del dott. Michele Franzese.
[4] https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/rheumatoid-arthritis/symptoms-causes/syc-20353648
[5] https://www.humanitas.it/malattie/artrite-reumatoide/
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